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Le storie di cui sentirete narrare sono fatti realmente accaduti e quasi totalmente vissuti da questo gruppo di uomini che da anni conculcano in lungo e in largo una delle valli più belle del Mondo.
Lo sfondo delle loro avventure di caccia e vita venatoria è costituito da un panorama che non si lascia mancare nulla e spazia dalla piatta zona pianeggiante alle alte montagne che, come il Lesima tocca quota 1724 metri. Questa Vallata vede ogni tipo di vegetazione e roccia; i suoi classici calanchi e creste a forma di fetta di pandoro hanno attratto e ospitano tutt'ora inannoverabili specie di flora, fauna e trote leggendarie che nuotano e vivono nel cuore pulsante della vallata stessa: il fiume Trebbia. Essa spazia tra le province di Pavia e Genova e con la storia d'esse unisce la propria come in un atavico patto di sangue. Una fucina di storia vetusta e relativamente recente: Annibale, dopo aver attraversato le Alpi con l'esercito Cartaginese, combatté e sconfisse i Romani, nella Battaglia detta "del Trebbia", dopo averli già battuti sul Ticino (Pavia). Il figlio di Amilcare, dopo la vittoria del Trebbia, si portò a Bobbio e di qui salì verso il Penice ed il Brallo. Ancora oggi una vecchia mulattiera è denominata "strada di Annibale". Dal Brallo, il generale vittorioso seguito da una parte del suo esercito, sarebbe salito alla Cima Colletta dietro il Lesima (il suo nome deriva dal fatto che Annibale, risalendone i fianchi per decidere la strada da far prendere ai suoi reggimenti per l'attraversamento degli Appennini, si fosse ferito ad una mano e quindi in seguito a quel fatto derivasse il nome per assonanza, da "laesa manus" a Lesima) e si sarebbe portato a svernare in località Zerba. Le leggende dicono che alcuni soldati di Annibale, disertori, oppure feriti al punto da non essere più utili al combattimento, abbiano fondato alcuni dei paesi della vallata; i nomi di alcuni villaggi e paesi della Val Boreca, oltre ad alcuni delle valli vicine, che richiamano il suono di città Cartaginesi parrebbero avvalorare l'ipotesi: Zerba per Gerba (isola di Djerba,nel Golfo di Gabes, di fronte alle rovine di Cartagine); Tartago per Chartago (Cartagine); Bogli per Bougie, e ancora: il Monte Penice richiama il nome latino dei Cartaginesi:"phoenices" ossia fenici. Il paese denominato Barchi, par sia derivato dal nome della famiglia cui discendeva il grande Generale Cartaginese: Barca. Codesta annovera un Santo, tale San Colombano, che costruì un monastero divenuto uno dei maggiori centri culturali dell'Italia settentrionale. La filosofia (pregare, lavorare, leggere) obbligava i monaci a dedicarsi agli studi e, per fornire al cenobio i testi necessari, venne fondato uno Sciptorium molto efficiente, grazie anche all'opera di maestri irlandesi; attorno all'anno mille produsse il Glossarium Bobiese, una delle prime enciclopedie medioevali. La biblioteca aveva dimensioni ragguardevoli; in essa, alla fine dell' IX Secolo, si contavano 700 codici. Dei 150 manoscritti latini anteriori al VII Secolo oggi conservati, ben 25 provengono dalla biblioteca del monastero, oltre ad un importantissimo ruolo religioso e politico a livello ultra-nazionalistico. Nel 1799 avviene la seconda Battaglia del Trebbia tra i francesi che si rifugiano nel Castello Malaspiniano e gli austriaci e russi della Seconda Coalizione che vincono e occupano il territorio per poi dirigersi a Genova per porla in assedio. Nella seconda Guerra Mondiale i partigiani liberano l'urbe dando vita alla Repubblica di Bobbio, prima Città libera del Nord-Italia. Il Tomo in questione parla di spettacolari ed affascinanti, intense sofferte e vissute giornate di caccia che vedono come antagonisti, fra codesti luoghi e paesaggi meravigliosi densi di storia e leggende che racchiudono mirabolanti imprese e straordinarie trame, il Cacciatore e l'animale inteso in tutto il suo essere e l'immensa intelligenza che da esso promana e scaturisce. Battaglie d'astuzia ancestrale, coraggio atavico, forza disumana, capacità cognitive e tattiche spregiudicate tra animali evoluti (uomini) e animali allo stato brado, liberi di vivere la propria vita fino all'estrema ratio: l'ultimo certame che, non sempre, vedrà il secondo soccombere al primo. Racconti del Bosco è il naturale seguito esplicitamente richiesto dai tanti lettori ed appassionati delle "Aquile del Mosso", primo Libro dell'Autore; Opera letta da oltre 25.000 persone di diversa estrazione sociale, cultura e dislocazione geografica di stato in luogo o provenienza natia. Il successo che ha reso famoso l'Autore deriva dal fatto che il suo modo di scrivere, descrivere e narrare luoghi posti e circostanze ha appassionato innumerevoli persone che, non solo la Caccia non l'hanno mai praticata né conoscono fruitori, ma, la stessa, se non ripudiavano, ritenevano essere tutt'altro che arte o, semplicemente, degna d'interesse. Cosa ancor più strabiliante è l'apprezzamento delle tante Signore, notoriamente, anche se la Dea protettrice della Caccia, Artemide per i Greci e Diana per i Romani, era parte del "sesso debole", restie a codesto mondo e tradizione, per l'Opera prima dell'Autore che gradiscono per l'umanità, l'imparzialità di narrazione e l'assoluta cultura che traspare dalle pagine in grado di rendere, nonostante il soggetto trattato, piacevole ed indiscutibilmente interessante il testo.
Le Aquile del Mosso è, senza ombra di dubbio alcuno, il Libro di caccia più letto che sia stato pubblicato.
 
Un particolare ringraziamento ad Aurora
Editrice Arduino Sacco
Euro 14.90
Aquile  farina  Dio del Cacciatore  Braccato  Cą del Mago  Signore delle Cime 
 
uakantanka Foto di Michele Bottazzi Vai al blog di Michele